Francesco Lai |
Sensazioni dell'Iperrealismo ___________________ |
(Esempio di Pittura a fresco - Particolare della Cappella Sistina) I Pittori della scuola paesaggistica inglese, nel Diciottesimo secolo, sfruttarono a fondo le risorse e le possibilità dell’acquarello, e fra questi spiccò, per perizia e sensibilità, il Pittore John Sell Cotman, vissuto tra il 1782 ed il 1842. (John Sell Cotman - "Greta Bridge" - Acquarello su matita - 1807) Tuttavia, e malgrado la lunga e splendente tradizione e predilezione, il ricorso all’acquarello rimane prevalentemente limitato agli schizzi preparatori dei grandi dipinti ad olio, anche se è da rilevare che nessun’altra tecnica pittorica può rappresentare, al pari dell’acquarello, la soffusa morbidezza dell’autunno e la leggiadra delicatezza degli albori della primavera. L’Acquarello rappresenta una tradizione al tempo stesso viva e ricca di storia, entro la quale ogni artista può esplorare nuove possibilità, mettere a punto tecniche proprie, proporre concetti innovativi, produrre anche risultati imprevisti, atteso che l’imprevedibilità ed il rischio sono connotati propri di tale tecnica pittorica. LA TECNICAL’Acquarello è una forma d’arte in cui il Pittore usa l’acqua come veicolo per controllare il colore; l’acqua, evaporando, lascia la visibilità del pigmento colorato, sotto forma di una macchia sulla carta, ottenuta con le c.d. lavature, che consistono nella sovrapposizione di veli sottili di colore. La lavatura perfetta deve essere uniforme, senza segni visibili di pennellate né di zone aggrumate. Per ottenersi tale risultato la lavatura deve essere eseguita a colore ancora bagnato, rapidamente, con abbondante colore e pennello ben intriso. L’acqua poi deve essere perfettamente pulita perché conservi la purezza del pigmento. Nell’acquarello il pigmento, o colore, viene sciolto nell’acqua e mescolato, anticamente con chiara dell’uomo o miele o, ancora più recentemente, con ossido di piombo o zucchero, e diffusamente, oramai, con gomma arabica, aventi tutti la funzione di leganti. La sovrapposizione di una lavatura all’altra consente di ottenere variazioni infinitamente sottili di toni e di colori, preservando sempre e comunque al dipinto un’aura di preziosa freschezza. La caratteristica della superficie sulla quale viene applicato il colore, costituisce supporto di influenza determinante, ai fini del risultato finale di tale tecnica pittorica. Vi è nell’acquarello un’ampia gamma di carte tra cui poter scegliere, da quelle “a macchina” a quelle “a mano”, di diverso peso, colore e granatura. La luminosità dell’acquarello deriva dal fatto che i colori trasparenti non nascondono mai del tutto la superficie bianca della carta. La carta “a mano”, bianca, accentua la luminosità del colore e quindi è più idonea per l’acquarello classico. A tale riguardo occorre però precisare che l’introduzione di sempre nuovi pigmenti ha reso assai più complessi, per gli acquarellisti, l’individuazione degli schemi cromatici voluti. Il risultato finale, quindi, è determinato in particolare dalla capacità dell’Artista di comprendere la gamma e le limitazioni della tavolozza, utilizzando i colori nel modo più adeguato. Molti artisti del passato hanno cercato di formalizzare le teorie cromatiche e di elaborare leggi e principi estetici sull’uso dei colori. A Parigi, Chevreul, vissuto tra il 1786 e il 1889, fu il primo a combinare la sua conoscenza della fisica ed il suo interesse per l’Arte, pubblicando un trattato sul colore, in cui descriveva armonie di colori affini ed armonie di contrasti, elaborando tabelle di effetti cromatici indotti. Alcuni ritenevano che fosse possibile equiparare le leggi dell’armonia musicale e quelle del colore, per ottenersi così un codice estetico delle Arti. Nell’acquarello si individuano due tipi base di pittura, quello classico e quello c.s. gouache, o metodo opaco, detto anche colore coprente e che oggi chiamiamo comunemente tempera. I risultati ottenuti dai due metodi sono assai diversi fra loro, anche se molti artisti li usano congiuntamente od uniti ad altri media. La connotazione principale dell’acquarello classico è costituita dalla trasparenza delle pellicole di colore, applicate in lavature leggere l’una sopra l’altra. I colori, resi così trasparenti, sono costituiti da pigmento puro mescolato ad un po’ di gomma arabica, che consente una migliore aderenza alla superficie della carta. La gouache può essere applicata in molti modi e la sua gamma e le possibilità cromatiche vanno ben oltre quelle dell’olio e dell’acquarello classico. L’acquarello, in definitiva, è un medium di grande flessibilità, originalità, bellezza e versatilità, sia nel suo uso classico, sia come gouache: fresco e limpido nel biancore della carta che splende attraverso il pigmento ricco di lavature coprenti, le quali celano la superficie con i colori o soluzioni intermedie, tra le infinite possibilità offerte. Pur non avendo la scala, la ricchezza e, se si vuole, lo status di un dipinto ad olio, l’acquarello, nella sua leggiadra eleganza, ha da sempre affascinato gli Artisti di ogni tempo, e molti furono, come detto, i grandi Maestri che predilessero questa forma d’Arte nei secoli. Una delle ragioni di tale predilezione è senz’altro riconducibile all’imprevedibilità ed al rischio propri della Pittura ad acquarello. Tale tecnica pittorica rappresenta, infatti, per l’Artista, una sorta di sfida in cui, oltre ad una notevole dose di abilità pratica, è sempre richiesta la capacità di saper adottare decisioni rapide ed efficaci, attesa l’ampia gamma delle tonalità cromatiche indotte.
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